martedì 28 ottobre 2014

Un viaggio al Salone del Gusto






E' sempre un'emozione vivere il Salone del Gusto.



 

Quest'anno, in giro per i padiglioni, ho camminato e assaggiato nel mercato delle Regioni Italiane, con le loro eccellenze enogastronomiche e tra i banchi di Terra Madre, con i colori, i profumi e i gusti del mercato internazionale.


In fila per una fetta di San Daniele, in un bel gruppo di curiosi in zona Emilia Romagna a vedere stendere la sfoglia di pasta fresca e per un assaggio di tortelloni, allo stand della Toscana per una zuppa e un piatto di lampredotto rifatto con le cipolle. Poi lo strudel dell’Alto Adige, la raclette della Svizzera con patate lesse, cipolline e cetrioli, le spezie del Libano, i fagioli Poljak acquistati per preparare una buona zuppa, lo street food da mangiare tra uno stand e l’altro, la colatura tradizionale di alici di Cetara comprata per cucinare un piatto di linguine con una spolverata di prezzemolo, il latte di cammello, prodotto simbolo dell’Etiopia, il tè giapponese, la sorpresa del basilico ligure “da bere”, qualche bicchiere di vino e birra artigianale. E molto altro ancora…



A sei mesi dall’apertura di Expo 2015 (che avrà il tema del "Nutrire il Pianeta, energia per la vita") al Salone, nella sua decima edizione, si è fatto un focus sull'Arca del Gusto (progetto sulla tutela della biodiversità lanciato al Salone nel '96 per catalogare i prodotti a rischio) e sull'agricoltura familiare
Qualche numero dalla kermesse: un mercato con oltre 1000 espositori da circa 100 Paesi, produttori dei Presìdi e delle Comunità del cibo, la grande Arca con 2000 prodotti, oltre 4000 delegati in rappresentanza di più di 950 Comunità del cibo provenienti da 158 Paesi. E poi conferenze, lectio magistralis, scuola di cucina, didattica, laboratori del gusto, appuntamenti a tavola.  






Così ho scelto di seguire la lectio magistralis del giornalista Tom Mueller, autore di “Extraverginità”. Cinque domande del giornalismo (chi, cosa, come, quando, dove) per scoprire l’olio e il suo valore, per conoscere un alimento chiave della dieta mediterranea. Non fermiamoci di fronte a un marchio, spiega Mueller: a ogni bottiglia associamo una faccia, un produttore, un chi, una persona a cui fare le nostre domande. Per capire con quali olive viene prodotto l’olio che portiamo sulle nostre tavole, per scoprire la terra che ce le offre e quando i frutti vengono raccolti, per approfondire sulle tecniche di produzione. “Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”, insegna Mueller. L’etichetta deve essere chiara. I produttori, i nostri "chi", ci danno risposte e certezze. 

 La lectio magistralis di Tom Mueller



Migliaia di persone sono arrivate al Salone perché, lo ha sottolineato il presidente Carlin Petrini all’inaugurazione, qui si discute del loro futuro. Tutti a bordo dell’Arca del Gusto. 



 Selfie con il bicerin per salutare il Salone e la sua Torino
(il bicerin è una bevanda tipica di Torino: si prepara con caffè, cioccolato e latte montato)




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